L'Asparago di San Benedetto Po

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Perché gli asparagi di San Benedetto Po sono così buoni? La risposta è molto semplice: le produzioni agricole dipendono le loro caratteristiche dall'ecosistema che le ospita. Così come per la produzione del formaggio Parmigiano-Reggiano occorrono i foraggi di un Territorio circoscritto per alimentare le vacche produttrici del latte da trasformare, così per gli asparagi il terreno che li fa vegetare influenza la loro produzione quantitativa e qualitativa. Enrico Bolzani, noto agricoltore della nostra terra, fu il primo ad entusiasmarsi per l'asparago nostrano, coltivandolo estesamente dopo che gli ortolani Zilocchi di Gorgo ne avevano iniziato la produzione per uso di mercato. Bolzani riforniva i più grandi mercati ortofrutticoli di mezz'Italia di meloni e di asparagi. Siccome il trasporto dei prodotti avveniva in cassette di legno che mostravano molto chiaramente tramite etichette multicolori il nome del produttore e il luogo di provenienza, gli asparagi che gli avventori furono ben lieti di comprare e cucinare passarono ben presto alla notorietà come gli “Asparagi di San Benedetto Po”. Nonostante che quel prodotto non giunga più, ohimè, sui mercati, molti fruttivendoli ancora, per allettare maggiormente gli acquirenti o per tradizione, fregiano i loro asparagi col nome di San Benedetto Po.
Di questo inghippo se n'è accorta la Pro Loco quando, nel 1998, ha registrato il marchio dell' “ASPARAGO DI SAN BENEDETTO PO” presso la Camera di Commercio di Mantova.
Pur non risultando nessun altro marchio registrato con la stessa denominazione, rilevava la presenza sui mercati di prodotto con la dicitura in questione.
Abbiamo avuto modo ancora di evidenziare questa situazione, ed in questi anni di recupero delle nostre tradizioni enogastronomiche qualcuno ha investito alcune “pezze di terra” con asparagi, destinati per lo più al consumo famigliare.
Per potenziare adeguatamente la produzione sambenedettina al fine di diventare significativa per l'economia locale, la strada è ancora molto lunga.
Ma occorre sfatare la convinzione generale che vuole i tempi di preparazione dell'asparagiaia troppo lunghi per la pazienza d'oggigiorno.
Le nuove varietà presenti in commercio permettono la semina di singoli semi in vasetto, e dopo 2-3 mesi le giovani piantine possono andare sui terreni preparati adeguatamente. E' possibile anche trapiantare giovani piantine acquistate da vivaisti. Già dal terzo anno è possibile così iniziare la raccolta dei turioni. Presso la Pro Loco sono a disposizione ulteriori informazioni e assistenza per coloro che intendono iniziare a coltivare. Un po' di coraggio e spirito di iniziativa possono trasformare un'avventura in un affare.
Ricordiamo che la coltivazione degli asparagi era curata dai monaci benedettini di Polirone, che ne facevano una tale prelibatezza da essere decantata nei culinari più raffinati.

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