Sabbioneta, gli argini circondariali

Artistico e Culturale

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Secondo le fonti storiche, l'opera idraulica degli arginelli viene iniziata nel XII secolo per poi essere completata con la dominazione gonzaghesca; gli ultimi interventi di rettifica delle sommità arginali risalgono alla prima metà dell'Ottocento.
Lo sviluppo notevole, circa 18 Km, cinge per un'altezza arginale massima di circa 8 metri, la maggior parte dell'attuale territorio comunale.
Il punto di osservazione rilevato consente di percepire la consistenza e la bellezza dell'area circoscritta che comprende centri abitati di notevolissimo interesse storico-architettonico; si scorgono chiaramente la cittadina fortificata di Sabbioneta con le sue importanti emergenze monumentali, le frazioni di Breda Cisoni e Ponteterra con le belle parrocchiali barocche, l'abitato di Villa Pasquali con la stupenda chiesa di Antonio Galli Bibiena, il Santuario Mariano di Vigoreto, oltre le notevoli ville e cascine storiche disseminate nella rigogliosa campagna.
Gli arginelli circondariali sono stati concepiti principalmente per tutelare le zone basse poste nel triangolo formato dai fiumi Oglio e Po, al fine di evitare eventuali inondazioni provenienti dall'Agro Cremonese e dai territori di Commessaggio, Gazzuolo e del Casalasco-Viadanese.
Nel Cinquecento l'intera opera idraulica riveste anche un ruolo militare, integrandosi di fatto al sistema difensivo di Sabbioneta.
L'argine si apprezza in particolare se percorso a piedi, in bicicletta o a cavallo ed offre scorci naturalistici di pregio nonché testimonianze di architettura idraulica, diventando un raro esempio di itinerario didattico comprovante la possibile armonia tra l'opera dell'uomo e l'ambiente naturale.
Oltre le varie chiuse per il governo delle acque e le trasformazioni, dovute o all'innalzamento di terrapieni o allo scavo di canali di scolo, il paesaggio è caratterizzato da ampie oasi di vegetazione autoctona colonizzate da fauna tipica delle zone vallive (anfibi e rettili, uccelli, mammiferi, in particolare è stata avvistata negli ultimi anni una colonia di moscardino, un piccolo roditore dal quale ha preso spunto il logo che caratterizza l'area naturalistica tutelata).

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