Mantova da Vedere e da Gustare

Enogastronomico

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MANTOVA DA VEDERE,
DA GUSTARE

di Federica Serva - PuntoIT

Mantova è stata eletta capitale italiana della Cultura 2016. La città ha messo in atto diverse iniziative per mostrare il proprio meraviglioso patrimonio artistico e gastronomico 

La prima...
È Mantova la capitale italiana della Cultura per il 2016. Tocca alla città dei Gonzaga mettere in pratica per la prima volta il titolo, voluto dal ministero dei Beni culturali, per "premiare" ogni anno quel comune che presenta un significativo progetto di valorizzazione e diffusione della cultura. L'iniziativa consolida la capacità progettuale suscitata in diverse città dalla competizione per la candidatura a Capitale europea della Cultura 2019, vinta da Matera.

Un progetto, tre direttrici
"Questo è il treno che la città aspettava da tanti, troppi anni" ha commentato il sindaco Mattia Palazzi. Un treno sul quale Mantova è salita grazie a un progetto, dal titolo Smart Human City, che ha puntato su una riorganizzazione complessiva del territorio, coinvolgendo quattordici comuni e tutte le loro realtà economiche. Tre le direttrici individuate, il recupero del patrimonio culturale e artistico, la rigenerazione urbana e l'enogastronomia, da percorrere per dimostrare che la cultura crea impresa e reddito.

Museo diffuso
Il centro storico della città è già di fatto un museo diffuso. Palazzo Ducale, Duomo, Basilica di Sant'Andrea, Rotonda di San Lorenzo, Casa del Mantegna, Teatro Bibiena sono i suoi capolavori, ai quali si aggiunge il vicino Palazzo Te. L'intenzione è proseguire nella ricostruzione di alcuni edifici storici danneggiati dal terremoto del 2012 - l'anno scorso, ad esempio, è stata riaperta dopo un lungo e attento restauro la Camera degli Sposi di Mantegna a Palazzo Ducale - e creare una rete dei musei cittadini tramite tecnologie digitali.

Gioielli d'arte
"Una città nella città". Così è considerato Palazzo Ducale, residenza prima dei Bonacolsi, poi dei Gonzaga. Un complesso formato da più edifici - ben 535 stanze - e cortili collegati tra loro, che ospitano capolavori pittorici di Pisanello, Giulio Romano, Rubens e la famosa Camera degli Sposi di Andrea Mantegna, nonchè arazzi su disegni di Raffaello. Per volere di Federico II Gonzaga, che desiderava una dimora per i suoi svaghi, nel 1525 Giulio Romano progettò Palazzo Te, dove fra le sale affrescate svettano quelle dei Giganti, di Amore e Psiche, dei Cavalli. Tra le chiese, la Rotonda di San Lorenzo è la più antica, costruita nel sec. XI a pianta centrale rotonda. La Basilica di Sant'Andrea, disegnata da Leon Battista Alberti, custodisce la reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo raccolto da San Longino e il monumento funebre di Andrea Mantegna, di cui è rimasta la casa in città. Nel Teatro Bibiena, a un mese dalla sua inaugurazione, nel 1770 si esibì il giovane Mozart alla sua prima tournée in Italia.

Eventi di richiamo
Riconosciuta nel 2008 patrimonio dell'umanità dall'Unesco assieme a Sabbioneta per l'eredità lasciata dai Gonzaga, Mantova punta poi alla riqualificazione del centro con interventi sull'arredo urbano, con la valorizzazione delle residenze d'artista e con la creazione di manifestazioni sulla scia del noto Festivaletteratura, di cui ricorrono i vent'anni.

A tu per tu con gli autori
Dal 1997, ai primi di settembre, Mantova si trasforma e diventa una libreria a cielo aperto. Anno dopo anno il Festivaletteratura ha calamitato migliaia di lettori di tutte le età (dai 15mila dell'inizio ai 125mila dell'ultima edizione) interessati a seguire nelle piazze, nelle vie e nei palazzi incontri con autori, reading, spettacoli, concerti, installazioni artistiche.

Dai tortelli alla sbrisolona
L'enogastronomia è il terzo pilastro del progetto di candidatura. E non può essere diversamente, vista la ricchezza della cucina locale rappresentata da piatti come i tortelli di zucca, il risotto alla pilota, i capunsei, i bolliti di carne accompagnati da mostarda, lo stracotto d'asino, il luccio in salsa, ai quali far seguire un assaggio di sbrisolona, simbolo della pasticceria mantovana. Non mancano, però, altre possibilità di assaggi, come la torta Helvezia, quella delle Rose o di Tagliatelle. La tradizione racconta che fu un cuoco della corte dei Gonzaga a inventare lo zabaione, a conferma che la cucina mantovana è il felice risultato del connubio tra i sapori semplici e contadini e la creatività

Dolcezza friabile
Dall'impasto irregolare e friabile, la sbrisolona deve proprio alla sua consistenza il nome, "sbrisulina" o "sbrisulada" per le briciole che si formano quando viene spezzata. Nata nelle cucine dei contadini prima del '600, veniva preparata usando farina di mais, strutto in sostituzione del burro e nocciole al posto delle mandorle. Arrivata sulla tavola della corte dei Gonzaga, fu "nobilitata" con l'aggiunta di spezie e l'introduzione delle mandorle. Va gustata secondo l'usanza, suddividendo le porzioni con le mani, da sola o con una crema al mascarpone e sorseggiando un vino dolce e liquoroso.

Versatile e ipocalorica
Altro prodotto tipico della zona è la zucca; la varietà Cappello del Prete, con la forma a turbante, la buccia di colore grigio-verde e la polpa giallo- arancio consistente e dolce, è la più caratteristica del mantovano. Il suo territorio si distingue per la coltivazione di questo ortaggio, di cui non si elimina nulla. Dalla buccia ai semi, in cucina la zucca trova impiego in tante ricette, che spaziano dall'antipasto al dolce esaltando la versatilità di un alimento ipocalorico, ricco di potassio, magnesio e vitamine e con un'alta concentrazione - 94 per cento - di acqua.

Una sola varietà
Mele cotogne oppure campanine tagliate a fettine, zucchero ed essenza di senape. Sono questi gli ingredienti della famosa e tradizionale mostarda mantovana. Oggi si prepara anche con pere o altri frutti. Importante è che si usi una sola varietà, perché è questa caratteristica a distinguere la mostarda mantovana da quella cremonese e veneta. Oltre ai bolliti misti e ai formaggi, si abbina sorprendentemente con il gelato alla vaniglia o al fiordilatte.

Sulla sponda del Po
Il grana padano è uno dei protagonisti della cucina mantovana, ma lo è anche il parmigiano reggiano. La compresenza di due formaggi così "blasonati" si deve al fatto che, caso unico, sono prodotti nella stessa provincia. Il grana padano sulla sponda sinistra del Po, il parmigiano reggiano invece sulla sponda destra.

 

 

Nuova sfida
Il 2016 sarà quindi un anno importante per Mantova, per far conoscere al mondo il suo patrimonio straordinario e per scaldare i motori in vista di un altro rilevante appuntamento. Infatti nel 2017 sarà capitale dell'Enogastronomia europea assieme a Bergamo, Brescia e Cremona.
info: www.eastlombardy.it

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