Gabinetto di fisica

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Il Gabinetto di Fisica del Liceo Virgilio nasce nel 1775, come riporta la Statistica del dipartimento del Mincio, opera postuma di Melchiorre Gioja (Milano, G. Crespi, 1838) ma risalente alla permanenza a Mantova dell’Autore attorno al 1807. È interessante notare come il Gioja ricordi la nascita del Gabinetto, istituito quasi due secoli dopo che si dimostrò, in Italia, che la Fisica non può fare progressi senza macchine ed esperienze. Del resto una delle prime cattedre del ginnasio, alla soppressione dei Gesuiti, fu occupata dall’abate Giuseppe Marri, di Canneto, docente di Matematica e Fisica sperimentale. I primi strumenti indotazione al Gabinetto provengono dall’Accademia Virgiliana, come risulta da alcuni registri inventariali ritrovati presso l’Archivio di Stato. Proprio ripercorrendo l’opera del Gioja, che cita gli strumenti presenti nel Liceo tra la fine del ’700 e gli inizi dell’800, riporteremo a titolo di esempio alcuni degli oltre duecento pezzi di questa collezione, enucleando quelli appartenenti al periodo che stiamo considerando.
Nel 1842 l’opera di Gioja venne ripresa e aggiornata da Luigi Preti,  Segretario della Camera di Commercio
di Mantova, che parlando dello stato delle macchine scientifiche (Notizie statistiche dellacittà e provincia mantovana pag. 147) valuta il valore di questi apparati a Lire 8000. Questa cifra rappresenta per quegli anni circa un quindicesimo di quanto veniva concesso in un anno all’ospedale civile cittadino: un ammontare importante. Inoltre la somma annua assegnata per la manutenzione, l’acquisto di macchine e di materiale per esperienze di laboratorio (per tentativi e ripetizionedi sperimenti, cita il testo) ammonta a Lire 600 d’Italia. Una forte impronta sia al Gabinetto diFisica, sia a quello di Scienze Naturali fu lasciatada Giuseppe Bendiscioli che salì in cattedra nel1819. Di fatto, scorrendo le pagine delle riviste scientifiche, come gli Annali di Fisica, Chimicae Matematica diretti da Alessandro Majocchi o i Diari dei Congressi degli Scienziati Italiani ci si imbatte regolarmente con docenti del Liceo,che partecipavano come uditori e molto spesso come relatori. Questo dà conto delle numerose e importanti macchine, alcune rare e inconsuete, utilizzate per la didattica e forse anche per la ricerca, di cui oggi restano oltre duecento esemplari, alcuni dei quali ancora funzionanti.

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