Tutta la Pianura Padana ha subito una profonda trasformazione ambientale che ha portato alla quasi totale scomparsa di zone umide. In questo contesto le zone umide presenti nel Parco rappresentano un importante punto di sosta e rifugio per molti animali. Infatti, gli studi promossi in questi anni dal WWF nella Riserva “Le Bine” hanno permesso di accertare la presenza di oltre 800 specie di animali: dal colettero acquatico Ditiscus mutinensis di soli 3 cm, endemico della Pianura Padana, al tasso (Meles meles), grosso mustelide ormai raro in pianura. È presente anche Lycaena dispar, una farfalla diurna, strettamente legata ad alcune specie di piante palustri ed inclusa dall’Unione Europea fra le specie prioritarie di conservazione. Presso le Torbiere di Marcaria sono state rinvenute 35 specie di coleotteri idroadefagi (legati alle zone umide) che hanno permesso di considerare il sito tra gli ambienti più importanti d’Italia per queste rare specie. Aggirandosi in inverno nel Parco, tra la nebbia, è facile osservare anatre (germani reali ed alzavole) e cormorani, o fitti voli delle pavoncelle sui campi, mentre l’occhio attento dell’osservatore può scorgere in palude il tarabuso, un airone molto elusivo e dal piumaggio estremamente mimetico. Verso la fine dell’inverno riprendono i voli degli aironi cenerini che iniziano la costruzione dei nidi delle garzaie (colonia di ardeidi) presenti nelle riserve del Parco. Quasi in contemporanea, nelle fredde notti invernali, i maschi della rana di Lataste, endemismo padano e specie prioritaria per la conservazione in Europa, si fanno sentire in acqua grazie al caratteristico richiamo, simile ad un acuto vagito. È però la primavera il periodo più movimentato dell’anno quando è possibile ascoltare in palude, nel bosco o lungo le siepi usignoli, capinere, cannaiole, usignoli di fiume, rigogoli, martin pescatore, raganelle... o osservare il via vai sui canneti e gli specchi d’acqua di ardeidi, falchi di palude, marzaiole e molti altri uccelli. In estate vi è un periodo di stasi, caratterizzato, ad esempio, dall’arrivo dei giovani di nitticora, che nidifica in colonie vicine o dalla dispersione nei boschi degli adulti di rana di Lataste. Con l’autunno invece iniziano le migrazioni dei limicoli e di molti passeriformi, il canneto si popola di enormi stormi di rondini che lo utilizzano come dormitori prima di intraprendere il loro lungo viaggio verso l’Africa.