Cavriana, museo Archeologico, Percorso di visita

Informazioni rapide

Descrizione

Il museo dispone di ampie collezioni di manufatti provenienti dai numerosi siti archeologici individuati nei nove Comuni delle zone moreniche altomantovane comprese tra i corsi del Mincio e del Chiese. In una vasta e gradevole superficie espositiva, vengono documentate le origini del suo popolamento e del suo sviluppo lungo un arco di tempo valutabile in circa 7000 anni, dal Neolitico al Rinascimento.
Nella prima sala sono documentate le fasi fondamentali della formazione dell’anfiteatro morenico benacense, nel corso delle fasi glaciali, con alcuni resti faunistici fossili tra i quali spiccano due rari crani di Bison priscus e di Bos primigenius. La presenza di alcuni utensili litici testimonia il passaggio di cacciatori paleolitici, ma la regolare frequentazione umana inizia nel corso degli orizzonti tardo-mesolitici, per consolidarsi nel corso delle varie fasi del Neolitico (V-inizio III millennio a. C.), come dimostrano gli utensili litici e i frammenti vascolari provenienti da varie località della zona ed esposti nella prima e nella seconda sala.
Nella seconda sala, inoltre, viene mostrata la tecnica fusoria dei metalli. È inoltre esposto il calco della sepoltura paleolitica detta “Il Principe” ritrovata in Liguria. Nel corso della età del Bronzo (fine III-II millennio a.C.), grazie alla posizione geografica e alle condizioni geomorfologiche e ambientali dell’Anfiteatro Morenico Benacense, vi si sviluppa uno dei più vasti e articolati complessi insediativi palafitticoli europei.
Nella terza e quarta sala sono documentati i più importanti siti (Bande di Cavriana e Castellaro Lagusello) nei loro diversi aspetti strutturali, produttivi, culturali, economici e sociali. Nelle vetrine sono esposti in ordine cronotipologico esemplari selezionati di vasellame, attrezzi, utensili e monili che testimoniano non solo la vita quotidiana, ma anche i contatti e i rapporti commerciali che quelle popolazioni intrattenevano con molte altre entità culturali dell’Europa centro-orientale e balcanica. Sono di particolare interesse alcuni plastici che riproducono diversi particolari delle strutture abitative rinvenute nel corso degli scavi, la ricostruzione ideale di una capanna dell’età del Bronzo e alcune interessanti riproduzioni di strumenti di lavoro come asce, falcetti, coltelli, ecc.
Nella quinta sala sono esposti alcuni reperti ligneii del villaggio palafitticolo di Bande di Cavriana ed una selezione di resti faunistici e vegetali che documentano la produzione agricola del II millennio a.C. La sesta e la settima sala sono dedicate al periodo della romanizzazione.
Nella sesta sala, due corredi tombali (databili al II-I secolo a.C.) documentano la presenza gallica, confermata da alcune monete celtiche rinvenute tra le offerte di una edicola votiva dedicata a Mercurio, il cui culto si protrasse almeno fino all’inizio del III secolo d.C.. Vi sono anche numerosi elementi attraverso i quali è stata individuata la presenza di edifici residenziali o produttivi e una campionatura dei principali tipi di laterizi comunemente impiegati in età romana; due plastici riproducono spaccati di edifici romani, per illustrare le soluzioni in uso per il riscaldamento degli ambienti tra il I e il III secolo d.C.
Nella settima sala è esposta una selezione di corredi funerari provenienti dalle due importanti necropoli romane (una delle quali riprodotta in un plastico in scala) identificate lungo il percorso stradale che procede dal Chiese al Mincio e reperti provenienti da alcuni edifici residenziali. Tra i materiali più significativi vi sono un corredo tombale femminile con oreficerie (databile all’età neroniana) e oggetti e vasellame provenienti da due edifici frequentati dalla Età Augustea fino al IV secolo d.C., un pregevole mosaico pavimentale a disegno geometrico attribuibile alla fine del II secolo d.C. e un campionario di utensili appartenente a un fabbro dell’epoca di Marco Aurelio.
Nell' ottava sala sono state raccolte le testimonianze dei periodi più recenti; vi sono esposti alcuni manufatti longobardi e i materiali provenienti dagli scavi condotti nella Rocca gonzaghesca di Cavriana. Le ceramiche e le maioliche rinascimentali esposte appartengono ai servizi da mensa, in uso presso la corte dei Gonzaga tra il XIV e il XVI secolo. Di particolare interesse è l’orologio “da torre” databile alla metà del ‘500, restaurato e perfettamente funzionante.
La nona sala riveste un particolare interesse storico dato che è stato possibile musealizzare la stanza dove soggiornò l’Imperatore Napoleone III durante la Battaglia di Solferino. È stato possibile ricomporla, riportarla quasi completamente allo stato originario e aprirla al pubblico.
Nelle due salette contigue, è attualmente visibile una mostra di armi, documenti, bandiere e cimeli relativi alla “vittoria di Cavriana e e alle fasi finali della Battaglia di Solferino.
Resterà aperta fino al Giungno 2010, salvo possibili proroghe.