Gli artisti presenti

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UMBERTO CAVENAGO e GIANCARLO NORESE
Un’indagine condotta in sito sulla percezione del Premio, delle sue ragioni, della sua storia e della sua identità nel territorio suzzarese. Partendo da uno studio dell’archivio storico del Premio e dalle relazioni quotidiane che i cittadini di Suzzara intrattengono con gli spazi pubblici e sociali, compreso dunque quello museale. L’esito conclusivo del lavoro sarà un’installazione mix mediale che si ricollegherà e sistematizzerà gli aspetti, i progetti, i processi e i prodotti più interessanti nati all’interno del laboratorio e rimarrà patrimonio del museo di Suzzara.

MME DUPLOK
Mme Duplok ha progettato per il Premio Suzzara un intervento di arte pubblica in città che tiene conto delle specificità sociali, architettoniche e paesaggistiche del luogo e vi si relaziona, determinando anche un mutamento percettivo capace di evidenziare le potenzialità, i problemi o le caratteristiche dell’area in cui si colloca. La presenza di numerosi ed eterogenei gruppi etnici (sikh, pakistani, marocchini), apparentemente ben integrati nell’economia della zona, favorisce un’analisi sulle società umane che hanno ben altre caratteristiche oltre a quelle meramente economiche. Da qui il progetto e la sua natura interrogativa rispetto alle consuetudini e alle convinzioni dei cittadini. Lo sbarramento di una via che giunge alla piazza e un passaggio “obbligato” attraverso l’edificio religioso, senza banalizzare il tema della fede umana, farà risaltare il momento della deviazione e dell’incontro come passaggio forte anche della contemporaneità.

GIOVANNI MORBIN
Oggigiorno un mese ha sei settimane, nessuno lo sa? Lo sanno purtroppo coloro che nemmeno conoscono il numero cinque. Un fornaio e i suoi pani, gli stessi che vende ogni giorno. Quel giorno quei pani avranno la forma di teste, di teste viste di fronte e la faccia sarà la faccia dell’artista. Le ceste, sul muro che guarda l’ingresso, ricolme di pane, ricolme di teste che stanno adagiate fino a quando qualcuno le coglie e le mangia … quel giorno, quel pane, nell’insolita forma si cede ma senza denaro in ritorno. La spesa, leggera di soldi non spesi, impone uno scomodo gesto che è quello che addenta una faccia, che è quello che solleva la tasca. La quarta settimana, la più dura per la famiglia media. Il pane è gratis e prenderlo è facile. A casa ci si renderà conto di mangiare una faccia che sollevi la propria disperazione con quella di un altro.

ANDREA NACCIARRITI
Dal testo che Zavattini scrisse nel 1948 per la prima edizione del Premio Suzzara: “Verrà un giorno, infatti, in cui ogni uomo avrà un quadro o una statua nella sua casa, perché sarà scomparsa la paura che divide dall’arte i poveri, i contadini, gli umili. Forse la colpa di questa paura è dei pittori, degli scultori, dei poeti che si lasciano volentieri credere oriundi di una regione celeste”. Il progetto tocca la storia del Premio e le relazioni tra contesto pubblico e privato nel piccolo sistema suzzarese. Un’indagine archivistica ed una serie di scatti fotografici racconteranno infatti gli spazi in cui erano accolte le opere prima dell’istituzione della Galleria, sviluppando un dialogo tra presente e passato, committenza privata e l’urgenza sociale che l’arte contemporanea, in ogni epoca, reclama.
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