La pianura a sud del Po è sempre stata il regno del Lambrusco Mantovano, il vino della tradizione. Sin dai tempi antichi, a inebriare le specialità gastronomiche ha provveduto questo spumeggiante vino della Bassa, le cui origini risalgono all’epoca dei monaci che a Polirone di San Benedetto Po riscuotevano parte degli affitti direttamente in vino. È sui terreni argillosi e sabbiosi che avviene la produzione di uve da Lambrusco. Il grappolo è di dimensioni medio lunghe, compatto e cilindrico la buccia consistente di colore blu; la polpa è succosa dal sapore neutro e incolore. Aree di produzione Viadanese- Sabbionetana; territorio compreso tra fiumi Oglio e Po e area dell’Oltrepò mantovano. Le varietà di vitigni sono: viadanese, marani, salamino, maestri, grappello ruberti. Il Lambrusco DOC presenta delle specifiche caratteristiche relative a: colore rosso rubino con toni che passano dal chiaro allo scuro (eccetto per la versione bianca), profumo di viola o fruttato con moderata alcolicità e sapore asciutto, sapido, armonico. Il Lambrusco Mantovano DOC viene sottoposto a rifermentazione mediante la quale si ottiene la formazione della caratteristica spuma. I metodi di vinificazione si basano su due procedimenti: • rifermentazione in bottiglia; tecnica usata in passato, riproposta da alcuni produttori al fine di riproporre il metodo tradizionale. • metodo classico o Champenois.
Come si consuma
Il Lambrusco Mantovano DOC è abbinabile a preparazioni poco strutturate, come brodi di carne, bolliti misti e cotechini in umido.
Curiosità
Non dimenticate di aggiungerne un po’ nella scodella di quella minestra degli dèi che si chiama “sorbir d’agnoli”, e che non sarebbe completa senza “negàr i caplèt in d’l’àqua scura”, ossia affogare i piccoli, superbi cappelletti “nell’acqua scura”, ovvero nel brodo corretto al vino. Se ne consiglia la degustazione a una temperatura compresa fra i 14°C e i 16°C, anche come aperitivo visto il suo grado poco alcolico. Periodo ottimale per il consumo uno o due anni dopo la vendemmia.