Gran Suino Padano

Carne e derivati

Descrizione

Numerosi ritrovamenti archeologici rinvenuti nel sito del ‘Forcello’ a Bagnolo S. Vito, costituiscono preziosi riferimenti paleozootecnici che testimoniano la presenza e l’importanza dell’allevamento suino nel Mantovano. Il cosiddetto Gran Suino Padano rappresenta la materia prima ideale per soddisfare le necessità dell’industria di trasformazione delle carni suine. Gli sforzi degli allevatori italiani sono già da lungo tempo orientati in tal senso; questa realtà, concentrata nella pianura padana, rappresenta il 60% del patrimonio suinicolo nazionale. Le razze ammesse sono attualmente la Large White, la Landrace italiana e i loro incroci. È inoltre ammessa la razza Duroc, impiegata al 25%. Gli animali devono essere nati e allevati nelle zone del bacino del Po e del Triveneto che interessano le regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Friuli e Piemonte e devono essere nutriti nel pieno rispetto del disciplinare alimentare. Per garantire una giusta maturazione delle carni è previsto un peso ottimale di macellazione non inferiore ai 160 kg e un’età minima di 10 mesi. La morfologia dell’animale deve essere quella prevista dal regolamento dei libri genealogici delle razze: almeno un genitore deve risultare iscritto al libro genealogico. Il suino pesante è caratterizzato da carni mature, sode, compatte, sapide, con buona colorazione del muscolo, grasso di copertura consistente di colore bianco o rosato. Sono escluse le carni pallide, laccide, essudative o scure, secche e rigide, eccessivamente marezzate e con grasso di copertura inconsistente, ossidato, untuoso o con colorazioni anomale.